“Invisibili” di Caroline Criado Perez

“La storia dell’umanità, così come ci è tramandata, è un enorme vuoto di dati. A cominciare dalla teoria dell’Uomo cacciatore, gli studiosi del passato hanno lasciato poco spzio al ruolo delle donne nell’evoluzione culturale o biologica. Al contrario: si è deciso che le vite degli uomini dovessero rappresentare il percorso d tutto il genere umano. E così non sappiamo nulla di come vivesse l’altra metà: sulle donne, spesso, non vi è altro che silenzio.” 

Questo che riporto è l’inizio della prefazione di “Invisibili” di Caroline Criado Perez, che fa riferimento ad un fenomeno ben preciso: il gender data gap, la mancanza di dati di genere. Questa mancanza e le conseguenze che ha sulla vita quotidiana delle donne, sono gli argomenti che sviluppa la scrittrice, giornalista e attivista inglese in questo saggio pubblicato in Italia da Einaudi nel 2020 nella traduzione di Carla Palmieri.

Ho pensato che fosse importante iniziare il nostro percorso tra saggi e romanzi femministi con un libro che affronta il tema dei dati, quei mattoni che permettono l’analisi dei fenomeni e supportano, nella migliore delle ipotesi, le decisioni politiche in una società. In “Invisibili. Come il nostro mondo ignora le donne in ogni campo. Dati alla mano.” Caroline Criado Perez parte da un triste ma reale presupposto: l’uomo, il maschio, è sempre considerato la misura di tutte le cose; il maschile prevale ove non altrimenti indicato, a partire dal linguaggio (pensiamo al maschile plurale sovraesteso) per arrivare a tutti i campi che caratterizzano la società, fagocitando non solo i generi ma anche le altre identità geografiche e culturali. “Bianchezza e maschilità sono date per scontate per la semplice ragione che la maggior parte delle altre identità non viene mai presa in considerazione. D’altro canto , però, l’universalità maschile è anche una causa del vuoto dei dati di genere.” Ed è questo il nodo fondamentale: ciò che è maschile viene considerato universale e le donne, pur essendo la metà della popolazione mondiale, diventano minoranza. Diventano INVISIBILI.

Emblematico il caso della sanità: poiché le donne presentano sintomi o patologie diversi da quelli maschili, spesso sono vittime di errori diagnostici e terapie inadatte. Per esempio se pensiamo ad un attacco di cuore visualizziamo immediatamente un uomo di mezz’età, perché si crede che la cardiopatia sia una patologia tipicamente maschile; l’autrice riporta invece una recente analisi secondo la quale su 22 milioni di persone residenti in Nordamerica, Europa, Asia, Australia e Nuova Zelanda le donne di basso livello socioeconomico hanno un 25% di probabilità in più di avere un attacco di cuore rispetto agli uomini nella stessa fascia di reddito (p.310, fonte The George Institute for Global Health). Ancor più evidente in questo campo è la totale sottovalutazione di una patologia femminile invalidante come l’endometriosi (la presenza di endometrio, mucosa che normalmente riveste esclusivamente la cavità uterina, all’esterno dell’utero), che causa forti dolori e a volte infertilità; le donne che ne soffrono spesso non vengono credute quando raccontano di avere cicli mestruali dolorosissimi e abbondanti che le portano a non riuscire a reggersi in piedi, anzi vengono considerate esagerate, psicologicamente deboli e ansiose. Nel Regno Unito passano in media otto anni prima che una paziente ottenga una diagnosi di endometriosi, negli Stati Uniti anche dieci;  in Italia sono affette da endometriosi il 10-15% delle donne in eta riproduttiva, la patologia interessa circa il 30-50% delle donne infertili o che hanno difficolta a concepire e le donne con diagnosi conclamata sono almeno 3 milioni (fonte Ministero della Salute).

Oltre al settore medico Caroline Criado Perez analizza il mondo del lavoro, il design degli oggetti (vi siete mai chiestə se gli smartphone, che diventano ogni anno più grandi, vengano progettati anche per le dimensioni delle mani femminili?), la ricaduta pubblica del lavoro di cura che spetta quasi eslusivamente alle donne (e che porta enormi benefici senza avere costi), il fatto che soprattutto nelle situazioni di crisi le donne vengano messe a tacere e subiscano molto più degli uomini gli effetti negativi di guerre, conflitti, epidemie e disastri naturali.

Il saggio dimostra che non solo non vengono considerati i dati relativi a metà della popolazione mondiale, ma che in questo modo si perdono anche delle idee e delle iniziative che potrebbero cambiare il mondo, perché alle donne non è permesso contribuire alla risoluzione di molti problemi di portata mondiale.

“Invisibili” è un ottimo punto di partenza per iniziare a muoversi all’interno del filone delle letture femministe con un atteggiamento obiettivo, scientifico e con il giusto grado di “rabbia costruttiva” che permetterà di osservare il mondo con uno sguardo più attento ed inclusivo.

Flavia Capone


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