Negli ultimi due anni il mondo del podcast è letteralmente esploso in Italia: nel 2019 gli ascoltatori erano 12 milioni e nel 2020 sono aumentati di ulteriori 2 milioni. Complice anche il primo lockdown del marzo 2020, sempre più persone, e molti giovani, decidono di dedicare parte del loro tempo a questo mezzo, prediligendo i podcast dedicati alle notizie, all’attualità e alla formazione.
Ho intervistato Margherita Devalle, speaker radiofonica e digital strategist, autrice insieme al cantautore Francesco Sacco del podcast “Fatty Furba”, arrivato alla sua seconda stagione.
Cos’è “Fatty Furba” e come è nato?
Il podcast è nato da varie chiamate che io e Francesco Sacco ci facevamo durante il primo lockdown del 2020: lui era completamente fermo con un disco uscito da poco e io trasmettevo da casa il mio programma su Radio Popolare, anche se in una forma leggermente diversa non potendo più ospitare i live degli artisti. Abbiamo iniziato a pensare di fare qualcosa mettendo insieme quello che ognuno di noi sa fare meglio: parlare al microfono per quanto mi riguarda e suonare per quanto riguarda Francesco. Ci siamo chiesti cosa avremmo potuto fare bene con i mezzi che avevamo a casa: l’idea iniziale era portare un format su Twitch ma ci siamo resi conto che non avremmo potuto realizzarlo al meglio, aspetto indispensabile visto che siamo due perfezionisti. Quindi abbiamo scelto il podcast: il titolo “Fatty Furba” l’avevo nel cassetto già da un po’; mi piaceva riprendere questa espressione che spesso si usa nei confronti dei giovani per dire “Svegliati, arrangiati!”. E’ un podcast formato da brevi miniserie (a noi piace dire che “va alla velocità di una serie tv”) ed è arricchito dai suoni della radio che accompagnano il discorso.
Al momento ci sono due miniserie disponibili…
Sì, la prima è dedicata a Sanremo perché quando ci è venuta l’idea, dopo aver creato la sigla e le grafiche (curate da Niccolò Vanni), è arrivato il periodo del Festival. Nelle prime tre puntate, uscite prima della diretta del Festival, io e Francesco raccontiamo in maniera ironica, attraverso l’espediente della telefonata, degli aneddoti legati alla storia di Sanremo; l’ulitma invece è una sorta di backstage dell’edizione 2021. Insieme a noi ci sono ovviamente degli ospiti musicali (Orietta Berti, Arisa, Lo Stato Sociale, Ghemon, Extraliscio, Francesco Renga e Fulminacci).
Dopo questa prima stagione, visto che io e Francesco siamo due persone molto curiose, ci siamo lasciati trasportare dagli stimoli che il mondo ci stava offrendo e abbiamo pensato di crearne una seconsa, “Fatty Furba. Lavoro presso me stessa”. Si tratta di interviste più lunghe a donne che hanno fatto del proprio modo di essere e di comunicare un lavoro; “lavoro presso me stessa” deriva dall’espressione che spesso si utilizzava sui social per definire la propria professione e sulla quale si ironizzava. In realtà ora con il web si può veramente lavorare e comunicare con il proprio modo di essere.
La prima ospite è stata la scrittrice croato–americana Tea Hacic-Vlahovic autrice del best seller “L’anima della festa”(Fandango) (uscito prima in America come “Life of the party”): lei rappresenta un certo tipo di donna che è diventato simbolo per altre donne e uomini per il suo modo di comunicare ma anche per il movimento queer che ha fondato a Milano. La seconda ospite è stata Carlotta Vagnoli: lei è sempre stata un’attivista nella vita quotidiana poi ha deciso di esserlo anche sui social, che sono il mezzo più potente al momento. Con lei abbiamo affrontato diversi temi sempre con l’espediente della telefonata tra amiche, con Francesco che fa da “intruso” ma porta anche un punto di vista maschile. Poi usciranno altre puntate con nuove ospiti che non vi svelo ancora!
Tu conosci bene sia il mezzo radiofonico che il podcast: quali sono le maggiori differenze che riscontri? Ne preferisci uno dei due?
Sono entrambi mezzi che sfruttano la voce ma c’è una fondamentale differenza: la diretta! Nella radio in diretta può esserci l’errore, c’è il brivido; nel podcast invece una voce racconta un argomento e può essere registrata più volte e corretta. Nella radio poi ci sono tempi scanditi da un clock, dalla pubblicità e dalla musica, nel podcast puoi lasciarti ampio spazio. Mi piacciono comunque entrambi e ho cercato di portare all’interno del podcast un po’ dell’emozione della radio utilizzando anche le telefonate, che aggiungono un pizzico di verità.
Come ti poni come fruitrice invece, sia di radio che di podcast?
In realtà non sono un’ascoltatrice seriale né di podcast nè di radio (come spesso succede a molti speaker), però gradisco molto i podcast di interviste, un po’ meno quelli in forma di racconto più lunghi. Ne ho ascoltati anche molti esteri: all’estero i podcast sono ancora più diffusi e soprattutto chi li crea viene sostenuto economicamente; spero che accada presto in Italia, anche per incentivare i creator che non sono già personaggi famosi e aumentare il pubblico di ascoltatori.
Negli ultimi anni sta sicuramente crescendo la consapevolezza sulle tematiche di genere e sulle disuguaglianze, anche se c’è ancora parecchia strada da fare: qual è il tuo approccio rispetto a questi argomenti? Ti ha guidato nella creazione di “Fatty Furba”?
Potrebbe sembrare che “Fatty Furba. Lavoro presso me stessa” sia stato pensato a tavolino proprio sull’onda del successo di questo filone: in realtà non è nato con questa intenzione ma sono molto contenta che stia prendendo questa direzione. Il tema dell’empowerment femminile mi sta molto a cuore, io sono una donna che “lavora presso se stessa” ed ho deciso di dare voce ad altre donne proprio per offrire il mio contributo; “empowerment” significa darsi una mano, far sì che ci sia consapevolezza e si dia valore a quello che anche le altre donne fanno e ai legami che creano. “Fatty Furba” è uno spazio nel quale ci si può esprimere in modo libero, come in una chiamata tra amiche e che permette di conoscere queste donne ed il loro valore. Con delle amiche ho anche creato, poco prima del lockdown, “Collettivo Milano”, formato da sole donne creative, con lo scopo di darsi una mano dal punto di vista lavorativo ed emotivo; esiste un gruppo Facebook e abbiamo organizzato degli incontri su Clubhouse in attesa di rivederci dal vivo.
Letture Metropolitane si occupa soprattutto di libri: sei una lettrice? Ci sono dei libri che ti hanno ispirata e che sono importanti nella tua vita?
Sono una lettrice fin da piccola e le librerie sono tra i miei posti preferiti; crescendo ho sviluppato una passione esclusiva per le biografie (soprattutto musicali) e per i saggi, che ho portato avanti fino ai primi anni di università, stimolata dalla curiosità per i dettagli e le informazioni meno conosciute sulle vite dei personaggi e su vari argomenti (mi interessano molto gli alieni e il confronto tra religioni). Poi sono tornata a leggere romanzi, rispolverando i classici, e a guardare serie tv (che prima non riuscivo a vedere); adesso sono a metà di “L’ombra del vento” di Carlos Ruiz Zafón.
Visto che ne hai parlato, quali sono le tue serie preferite?
Non è facile per me trovare il tempo da dedicare alle serie, comunque ora sto guardando “Zero” su Netflix, ambientata a Milano e con una tematica molto interessante; le mie preferite sono “Mister Robot” e “Dark”, e anche “Boris” per me è un capolavoro.
Grazie mille Margherita, a presto!
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