Innocenti ai domiciliari col Covid e rei liberi con leggi scellerate

Innocenti ai domiciliari col Covid e Rei liberi con leggi scellerate.

“ Ci han tenuti tutti per più di un anno ai domiciliari per Covid per tutelare la salute e la vita e adesso propongono di liberare gente che fa rapine, violenza privata e molti altri orrendi reati. Questo ci consegnerà un futuro nero, perché figlio dell‘impunitá che indurrà queste persone a commettere reati ben più gravi”

Barbara Benedettelli. Giornalista, scrittrice e attivista per i diritti delle Vittime

È il grido di Barbara Benedettelli, giornalista e attivisti per i diritti delle vittime, che così ha commentato la proposta di sgravare i carichi processuali con riti alternativi.
In proposito interviene anche l’avvocato Elisabetta Aldrovandi, Presidente dell’Osservatorio Nazionale Sostegno Vittime

“Questi emendamenti prevedono di aumentare lo sconto di pena automatico dato dal rito abbreviato (che se chiesto dall’imputato va concesso) dal 30% al 50% per i reati puniti con pena massima fino a 5 anni, e quella di allargare la possibilità del patteggiamento (concesso all’imputato se il PM è favorevole) anche ai reati per cui si prevede una pena finale non superiore a 8 anni, con uno sconto anche qui del 50% della pena.”

Elisabetta Aldrovandi. Presidente dell’Osservatorio Nazionale Sostegno Vittime

“Ciò comporterà”, precisa Aldrovandi  “che molti reati gravi avranno più possibilità di essere puniti con pene sospese o misure alternative che, di fatto, significano nessuna pena, o comunque una pena che vedrà modificata, se non azzerata, la sua funzione afflittiva, retributiva e riabilitativa. Dall’altra parte”, prosegue l’avvocato, “si cercherà di valorizzare la parte riparativa della condanna, subordinando l’archiviazione del procedimento penale al risarcimento danni o a un’azione riparatoria da parte dell’imputato, avvilendo ancora di più il ruolo della vittima in ambito processuale, già ora considerata, a tutti gli effetti, una parte eventuale del processo, il quale si può svolgere anche in assenza di una sua partecipazione formale. Ma a un anziano truffato piuttosto che a una persona massacrata di botte o a una vittima di stalking o maltrattamenti in famiglia, giusto per citare qualche esempio, chi penserà? Se queste richieste saranno approvate e diventeranno legge, assisteremo a contro riforme inaccettabili e a un’involuzione giuridica e processuale, dopo anni di battaglie per le vittime e a piccoli grandi passi raggiunti, come il divieto del rito abbreviato per i reati puniti con l’ergastolo.”
“Trovo inaccettabile”, rincara la Benedettelli “che una società arrivata al lockdown e al coprifuoco – misure tipiche delle guerre, che comprimono al limite della legittimità le libertà personali – per tutelare la vita e la salute da un virus, possa pensare di ridurre la portata delle pene, dunque di ‘quel sensibile motivo che impedisce di commettere illeciti’ per dirla con Beccaria, per reati da gravi a gravissimi che ove commessi comportano una lesione della salute psicofisica delle persone. Reati che, se non opportunamente puniti, possono portare i rei a superare i limiti fino ad uccidere, come ben dimostra quanto accaduto dopo l’ultimo indulto.”
“Per questo”, concludono le due con unanime pensiero “invitiamo tutte le forze politiche, soprattutto quelle che in passato hanno sostenuto importanti sfide per le vittime, a essere unite e coese nel contrastare queste proposte. Perché una vittima non vuole vendetta, ma semplicemente giustizia. E regalare sconti di pena a pioggia o mortificare ancor più il ruolo della vittima non è degno di uno Stato di diritto”.


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