Bullismo: Video Shock a Scampia. Non Accennano a Diminuire i Fenomeni di Bullismo Diffusi in Rete

Bullismo: Video Shock a Scampia.
Non Accennano a Diminuire i Fenomeni di Bullismo Diffusi in Rete e L’ultimo in ordine di tempo è quello girato a Scampia.

Ieri la notizia de video è rimbalzata su tutti i siti di informazione e agenzie.

Oggi il fatto viene analizzato anche da Il Mattino che afferma una verità diversa rispetta a quella conosciuta fino ad oggi. Secondo il quotidiano, infatti, il video sarebbe di un anno fa ed il ragazzo non sarebbe disabile.

L’Allarme Bullismo è comunque una realtà. E le immagini shock che arrivano da Scampia denunciate dal Consigliere di Europa Verde, Francesco Emilio Borrelli sono un campanello.
Secondo il consigliere ad essere nel mirino dei bulli è un ragazzo con disabilità, ripreso e pubblicato senza pietà.
Se il mondo della cultura e della politica sembra aumentare sensibilmente le iniziative volte a combattere il fenomeno nelle scuole, appare ancora lontana la possibilità di limitare questa vergogna in rete

Il Video Shock Girato a Scampia e Pubblicato da consigliere campano di Europa Verde, Francesco Emilio Borrelli 

Dal Profilo Facebook del Consigliere, che ha lanciato l’allarme, si legge:

Sta diventando virale il video realizzato da alcuni ragazzi che bullizzano un loro coetaneo con problemi di disabilità mentale. A bordo di uno scooter lo costringono a correre disperatamente per strada dietro la promessa di regalargli soldi. Lo obbligano a gridare, a buttarsi per terra e poi lo fanno entrare in un cassonetto dell’immondizia intimandogli di restare chiuso lì. Il tutto condito da risate e sfottò che testimoniano una profonda crudeltà pari solo alla loro stupidità. Un video vergognoso per il quale mi auguro che gli autori siano individuati subito e, se hanno un briciolo di dignità, chiedano scusa pubblicamente. Mi rivolgo in particolare ai loro amici e ai familiari: fate capire a questi ragazzi la gravità di ciò che hanno commesso nell’interesse stesso di una loro crescita umana, culturale e sociale”. Questo il commento del consigliere regionale di Europa Verde, Francesco Emilio Borrelli, che ha ricevuto la segnalazione del video realizzato, secondo i denuncianti, nel quartiere Scampia

Inutile dire che è doveroso da parte di ognuno di noi denunciare comunque l’accaduto e chiedere giustizia per questo ragazzo, e per i tanti ragazzi bullizzati che non vediamo.

Proprio in Campania nel mese di Ottobre si era svolto il tour del progetto “Giovani Ambasciatori contro Bullismo e Cyber Risk, in giro per l’Italia” promossa dal MOIGE – Movimento Italiano Genitori in collaborazione con la Fondazione Banco di Napoli. Il progetto ha coinvolto:

20 scuole secondarie di I e II grado della Regione Campania.
5.000 studenti in attività di sensibilizzazione e formazione.
100 Giovani Ambasciatori per la cittadinanza digitale, formati per essere un punto di riferimento all’interno della scuola.
160 docenti formati tramite piattaforma online e incontri a scuola.
10.000 genitori degli studenti informati attraverso il materiale didattico dedicato.
Attraverso la metodologia del peer to peer, con attività educational interattive, materiali didattici e open digital day è stata promossa una maggiore consapevolezza delle problematiche legate all’utilizzo improprio del web, con particolare riferimento al fenomeno delle ‘fake news’ e dei cyber-risk.

Locandina del tour campano del progetto “Giovani Ambasciatori contro Bullismo e Cyber Risk, in giro per l’Italia”

I numeri dell’indagine completa realizzata dal Moige sono da attenzionare e parlano di questi numeri:

Il Moige, in collaborazione con l’Istituto Piepoli ha realizzato nel 2021 un’indagine sui pericoli del web nella cittadinanza digitale dei ragazzi su un campione di 1.144 minori.

Dall’analisi emerge che il mondo dei ragazzi italiani nel corso dell’ultimo anno si è concentrato nei 6 pollici del loro smartphone, che ha sostituito per quote rilevanti di ragazzi le chiacchierate con gli amici, le conversazioni in famiglia, e persino la televisione, che a volte, quasi come un camino digitale, riuniva la famiglia e generava occasioni di confronto e racconto. Infatti, 1 ragazzo su 2 tiene i genitori e gli adulti fuori dal mondo social e (1 su 4) cancella la cronologia.

Aumentano le fake news presso i nostri figli: quasi 4 ragazzi italiani su 5 si informano sugli avvenimenti che accadono nel mondo attraverso il web, soprattutto sui Social Network. E lo fanno pur dichiarando apertamente di essere “caduti nella trappola” delle fake news nel 56% dei casi. Perché lo fanno? Perché il loro mondo si è concentrato, sempre di più, nello smartphone, che 2 ragazzi su 3 dichiarano di utilizzare molto più di prima, e di farlo da soli, senza la presenza dei genitori o di fratelli e sorelle.

Una tendenza all’isolamento molto più forte tra i ragazzi che frequentano le scuole superiori. Inoltre, scoprire cosa fanno online è difficile, solo 1 genitore su 3 dà limiti di tempo di connessione, e meno della metà dei genitori sa cosa fa online il proprio figlio. E purtroppo i social non permettono ai genitori di avere alcun controllo sulle attività dei loro figli minorenni.

I giovani italiani, dunque, frequentano molto i social network, ma non solo per informarsi. Lo fanno anche per condividere foto e raccontare parti delle loro vite. Per farlo utilizzano soprattutto Instagram e Tik Tok, in cui è iscritto il 62% dei giovani italiani, anche di età compresa tra 11 e 14 anni. Attenzione, perché il 6% dei giovani dichiara di aver scambiato foto personali con gli altri tramite i social, e il 30% dichiara di  aver dato il proprio numero di telefono a sconosciuti.

Il bullismo è presente nelle scuole e fuori dalle scuole, tanto che quasi 6 bambini su 10 hanno assistito ad episodi di prepotenza, e quasi uno su due ha assistito ad episodi di cyberbullismo. Preoccupa che oltre la metà dei ragazzi che assiste a casi di bullismo non sanno come comportarsi o fanno finta di niente (56%)

Tra i ragazzi che hanno subito atti di bullismo, dominano scherzi telefonici, messaggi di minacce, insulti ma non mancano foto o video. I ragazzi, davanti a questi atti, si sentono arrabbiati (37%), soli (25%), isolati (23%). Uno stato d’animo che condividono uno su due 48% con genitori. ed uno su 4 con amici, ma solo il 14%  con i docenti.


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