Aurora Boreale, in Islanda si può vedere ma non è l’unica Grande Bellezza del Nord del Mondo. Parola di Un Italiano in Islanda
L’aurora Boreale è sicuramente uno dei fenomeni naturali più ricercato per i viaggiatori e anche per i turisti più sprovveduti. E L’Islanda è tra le mete più ricercate per vederla. Abbiamo provato a scoprire in rete e sui social chi può raccontarci meglio l’una (l’aurora boreale) e l’altra (l’Islanda)
Ha dedicato la sua vita allo studio di questo Paese e condivide le sue conoscenze con i connazionali che vogliono andare al di là degli stereotipi
Cominciamo proprio chiedendogli di parlarci dell’aurora boreale…
Io sono proprio guida per l’aurora boreale. La Stagione nella quale compare va dalla metà di Agosto alla metà di Aprile, molto eccezionalmente in tarda nottata si può vedere all’inizio di Agosto fino all’inizio di Maggio ma è di grande rarità perchè è difficile vedere l’aurora boreale se c’è troppa luce perchè la luce solare soverchia il fenomeno. A parte questo però le condizioni devono essere favorevoli per vederla perchè se si viene qui anche in un mese in cui c’è l’aurora boreale, poi se il cielo è coperto non si riesce comunque a percepirla. Ci vuole tantissima pazienza per riuscire a vederla, consultando e triangolando diversi siti che trattano il meteo per capire dove statisticamente ci sarà uno scorcio tra le nuvole che permetterebbe di vederla. Conviene spesso prenotare un tour proprio per l’aurora boreale, per massimizzare le proprie possibilità, perchè è un grande vantaggio beneficiare di un team di esperti che decidere dove andare, proprio per trovare la zona adatta dove recarsi. Bisogna avere uno squarcio nelle nuvole preferibilmente orientato verso nord, perché verso sud può non servire a niente. Se sei fortunato può accadere anche di vederla affacciato dalla finestra dell’albergo, però ovviamente se parti per un viaggio mirato è bene pensare di vederla in un contesto più favorevole, lontano dalle luci cittadine, quando da il suo spettacolo migliore
Ci si abitua all’aurora boreale vivendo in Islanda?
No. Nè io che vivo ormai qui, né gli islandesi. E’ una cosa speciale. E sempre un’emozione forte. Mi contattano tante persone, davvero molte per itinerari di viaggi, richieste, consigli molti dei 160.000 che mi seguono mi chiedono proprio dell’aurora boreale perciò ho creato un articolo ad hoc proprio per questo
Come nata l’idea di questa pagina?
La mia pagina è nata molto lentamente quando ero ancora un triennalista perchè all’epoca in rete in lingua italiana c’erano poche informazioni in italiano sul Nord. Inoltre serviva a me stesso come ripasso e per riordinare gli studi. Alla fine del 2018 il nome è diventato quello che è oggi “un italiano in Islanda” e la pandemia mi ha dato la spinta ed il tempo determinanti per arrivare al punto in cui è oggi. La pandemia è stata una tragedia, e lo è stata anche per me e per la mia famiglia che è di Cremona, una delle zone maggiormente colpite. Anche io sono stato toccato da vicino, ma certamente devo riconoscere che qui in Islanda la pandemia mi ha permesso di vedere l’Islanda come era negli anni Ottanta e Novanta, ovvero completamente deserta. Tieni presente che nel 2016 qui è scoppiato un turismo furibondo e quindi senza la pandemia non avrei mai visto come era questo posto prima
La Cultura del Nord del mondo come ti ha influenzato, nelle tue scelte e nel tuo stile di vita? Cosa ti ha insegnato?
Noi abbiamo sempre un pregiudizio sulle popolazioni del nord. Gli islandesi sono una popalazione molto curiosa, cordiale e gioviale. Gli orari qui sono a discrezione del singolo ed è tutto molto rilassato. Ho dovuto imparare io qui ad essere meno rigido.
Qui in Islanda si lavora per vivere non si vive per lavorare. Da Lombardo istituzionalizzato e con i ritmi frenetici sono stato io a dover diventare flessibile
Io qui ho imparato che nella vita i risultati non sono tutto, che nella vita ci sono cose più importanti del produrre e del lavorare e che è importante avere un equilibrio tra la vita ed il lavoro; che il guadagno ed il profitto, ed il successo lavorativo a volte non valgono il prezzo che paghiamo per averli. Questa mentalità ha anche un impatto perchè dagli islandesi ho imparato a scegliere e pensare per il futuro immediato. Gli islandesi sono stati plasmati da una terra che da un momento all’altro poteva esplodere o essere soggetta a ogni tipo di catastrofe naturale; loro perciò sono degli improvvisatori non dei pianificatori e il non pianificare porta lo svantaggio della mancanza di precisione ma se ne guadagna tanto quando arriva l’imprevisto a farne fronte. In Islanda infatti non esiste il concetto di esodato. Qui ci si può reinserire e reinventare anche con formazione in diversi campi senza limiti di età.
Cosa Porteresti della cultura islandese in Italia e viceversa?
Porterei in Italia il minore stress con cui qui si vive. Sopratutto la minore predisposizione a giudicare la vita degli altri. Gli Islandesi parlano anche di fatti criminali come di un qualsiasi fatto di cronaca. La cultura del pettegolezzo qui non c’è. In Italia, nella Cremona in cui sono cresciuto io, c’è quasi un compiacimento nel giudicare le disgrazie degli altri non essendone parte; trovo che questo sia un bigottismo cattivo, senza pensare che le persone che giudichiamo possono essere il frutto di esperienze negative che poi possono capitare a tutti.
Qui in Islanda c’è molta comprensione invece per chi prende strade sbagliate e sopratutto pensa la società intera come responsabile delle sventure altrui. Tengo molto a questo aspetto, perchè credo che si debba capire cosa c’è a monte di scelte sbagliate
Porterei in Islanda dall’Italia l’architettura. Qui c’è infatti un discreto movimento di protesta sull’approssimazione in questo settore
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