Come Spiegare al Guerra ai Bambini

Come Spiegare la Guerra ai Bambini? I Nostri Figli sono Di Fronte a Immagini di Guerra, Come Possiamo Aiutarli a Capire?

Come Spiegare la Guerra ai Bambini?
I Nostri Figli sono Di Fronte a Immagini di Guerra, Come Possiamo Aiutarli a Capire?

La guerra in Ucraina è ormai una realtà con cui fare i conti e da spiegare ai bambini. L’invasione di Putin non è stata una “questione di giorni” come potevamo sperare nel principio.

Migliaia di persone stanno fuggendo dall’Ucraina e arrivando in Italia attraverso la frontiera nord, al Valico Fernetti, nei pressi di Trieste. Sono persone provate da quello che hanno vissuto negli ultimi giorni, a causa di un conflitto che ha distrutto le loro vite e il flusso degli arrivi è in costante aumento.

Save the Children, l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare la vita dei bambini e garantire loro un futuro, e UNICEF, ilFondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia, sono impegnate nella risposta immediata ai bisogni essenziali di bambine, bambini e adolescenti e delle loro famiglie in arrivo al valico Fernetti e in quattro giorni sono entrati in contatto con circa 1600 persone. Gli operatori, in coordinamento con le altre organizzazioni presenti, distribuiscono beni di prima necessità come kit invernali e kit per l’igiene (pannolini, salviette detergenti, assorbenti igienici), sensibilizzano sulla prevenzione sanitaria, fornendo anche mascherine FFP2 e gel igienizzante, oltre a cibo e acqua. La presenza dimediatori culturali consente inoltre di dare sostegno e affrontare le situazioni più difficili.

Gli operatori presenti al valico hanno riferito che, negli ultimi quattro giorni, hanno assistito all’ingresso di vari autobus, van e automobili, e che il numero di persone con cui sono entrati in contatto quotidianamente nelle ore diurne varia tra le 300 e le 600, a cui si sommano quelli che transitano durante la notte. La grande maggioranza sono donne, bambini e anziani e i numeri aumentano di giorno in giorno. I bambini in particolare rappresentano almeno il 40% del totale. Giovedì scorso, in un solo autobus, a fronte di 60 persone a bordo, 42 erano minori. Una bambina arrivata domenica 6 marzo aveva appena un mese di vita.

I bambini e le bambine ricevono anche giochi e album da disegno, perché in un contesto così difficile, il gioco e l’espressività sono fondamentali per mantenere viva la dimensione della loro infanzia e non essere sopraffatti dalle paure degli adulti. Gli operatori presenti in frontiera, ci hanno riferito che a volte basta a volte un gioco, un album e dei colori, per rubare loro un sorriso, che automaticamente si traduce in un po’ di serenità per le loro madri.

“I bambini sono stremati dopo un viaggio lungo e difficile e hanno nei loro occhi la paura per quello che hanno visto. Le loro mamme sono in molti casi schiacciate dal senso di responsabilità nei confronti dei figli e dalla angoscia  per i familiari rimasti in patria. Oggi è fondamentale che il nostro Paese e l’Europa tutta si mobilitino per garantire  ai bambini, le bambine e adolescenti e alle loro famiglie che scappano dal conflitto, accoglienza e protezione, nel rispetto dei loro diritti fondamentali. Il nostro Paese sta rispondendo a quella che rischia di essere la più grave crisi umanitaria europea degli ultimi anni, con grande slancio e con iniziative che si moltiplicano di ora in ora. A tal fine è prioritario mettere a sistema la grande macchina della solidarietà che si è attivata in tutto il Paese, soprattutto attraverso il rafforzamento della rete di collaborazione tra istituzioni – sotto il coordinamento della protezione civile – e tutte le organizzazioni della società civile”, ha commentato Raffaela Milano, Direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the Children.

In tutte le situazioni di crisi i bambini e le bambine pagano spesso il prezzo più alto. La fuga e il viaggio pongono ostacoli alla loro protezione e li espongono al rischio di sfruttamento e violenza. Continuiamo l’azione a fianco delle istituzioni per garantire una corretta informativa nei principali punti di ingresso e transito, l’individuazione tempestiva dei minorenni e l’attivazione di canali di accoglienza che coinvolgano anche la società civile, come l’affidamento familiare. Non dobbiamo tralasciare inoltre l’importanza del reinserimento nei percorsi scolastici e i bisogni di supporto psicosociale, anche attraverso figure di mediazione linguistica”, ha dichiarato Anna Riatti, Coordinatrice della risposta in Italia per l’Ufficio Regionale UNICEF per l’Europa e l’Asia centrale.

L’intervento presso il Valico Fernetti, a supporto delle bambine, dei bambini e degli adolescenti che arrivano in Italia dall’Ucraina, si inserisce nell’ambito della più ampia collaborazione tra Save the Children e UNICEF, inaugurato a dicembre 2020 per dare una risposta immediata ai bisogni essenziali di bambini e adolescenti, delle loro famiglie e delle donne sole in arrivo in Italia e in transito. Grazie alla partnership, che continuerà per tutto il 2022, continueranno ad essere garantiti ai minori in arrivo o transitanti alla frontiera Nord che Sud, provenienti da zone di conflitto e di povertà estrema di tutto il mondo, beni di prima necessità, quali kit per il viaggio e l’igiene personale, un primo sostegno psicologico, informazioni sui diritti, sui servizi e sulle opportunità disponibili. I team di Save the Children e UNICEF effettueranno anche una valutazione tempestiva delle potenziali vulnerabilità e di problemi di protezione specifici, tra cui quelli connessi alla violenza di genere nei confronti delle ragazze e delle giovani donne

Abbiamo Chiesto a Francesca Malatacca, psicologa e psicoterapeuta, come possiamo spiegare ai nostri bambini la guerra:

Le relazioni umane si formano attraverso il modo in cui cambia l’architettura e il funzionamento del nostro cervello. Il cervello si sviluppa nel contesto delle relazioni e di come i genitori svolgano un ruolo nel comportamento emotivo e sociale. Pertanto va esaminato il tema della biologia dell’attaccamento per affrontare questioni di così grande importanza e di come sia i genitori che gli educatori possono incoraggiare l’evoluzione del cervello dei loro figli e dei bambini.

Quali sono le conseguenze psicologiche della guerra sui bambini?

Le Sirene, i bombardamenti, le macerie, veder morire i propri cari, cercare un rifugio, cercare protezione, il lutto e molto altro che esula dall’immaginazione di chi non la vive.

Questa è la guerra! E cancella per sempre l’INFANZIA DEI BAMBINI.

Una tale esperienza, va oltre il disturbo post traumatico da stress. 

Il conflitto dei grandi spinge i bambini a capire e far esperienza sulla propria identità psichica dell’odio. 

Nelle loro fasi psicoevolutive i bambini, hanno bisogno di sviluppare un attaccamento sicuro con i genitori o con figure di riferimento e di crescere in un ambiente sereno e protettivo.

Esperienze precoci di vita devono essere vissute in realtà nelle quali si sperimenta l’amore, mentre una tale esperienza segnerà per sempre lo sviluppo della personalità, e il loro futuro.

Cosa scatena nei bambini vedere la guerra in televisione?

I bambini hanno bisogno di ambienti sicuri, di serenità, di giocare, invece vengono sollecitati da immagini in tv che sono crudeli, troppe informazioni, e non riescono ad elaborarle. 

Anche i social che propongono sfide Online, sono molto pericolose per loro, è necessaria pertanto la sorveglianza dei genitori. 

I bambini presentano già sintomi che sono riconducibili a stati di angoscia, stiamo assistendo alla progressiva manifestazione della paura, a pianti notturni, a cambiamenti di umore e senza saperlo, registrano un’incertezza della loro vita.

Cosa consiglia ai genitori?

I bambini vanno protetti dalla visualizzazione di immagini crudeli e ciò che conta è la presenza degli adulti di riferimento accanto a loro. 

È fondamentale l’accoglienza da parte dei genitori per realizzare uno spazio mentale in cui i bambini esprimono le loro emozioni. 

Accogliere le loro paure attraverso l’ascolto, il gioco per sentire il loro “sentire”!

Ogni bambino con le sue caratteristiche ci porta nel proprio mondo meraviglioso e inesplorato, in cui chiede al genitore di stare insieme a lui. Spiegare la guerra ai bambini dipende anche dalla cultura della famiglia, per la regolazione emotiva e degli stadi affettivi delle fasi psicoevolutive. 

Il funzionamento del ruolo di autorevolezza di un adulto consiste nel sapersi relazionare con i figli ed instaurare una comunicazione, attraverso lo sviluppo di un dialogo. 

 Il Progetto di crescita deve essere quello dello sviluppo del SÉ nel bambino nell’incontro con le parti del sé del genitore. 

I bambini cominciano a fare domande sui bimbi ucraini e si sentono in colpa, perciò vanno protetti da contenuti angoscianti, per questo gli adulti non devono esprimere le proprie angosce in presenza dei piccoli, altrimenti il bambino trova l’adulto fragile, se ne prende carico, e questo non deve accadere. 

Mentre la mancanza di accoglienza da parte del genitore nei riguardi dei figli, e il non ascoltarli porta alla rimozione del dolore e alla frammentazione del sé. 

Il bambino sceglie sempre l’Adulto “significativo “con cui avere un’interlocuzione e relazionarsi.”

 


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