Una bambina di origini italiane di 11 mesi è stata avvelenata in un asilo a Lione. L’estate che è appena iniziata sembra non darci pace: le notizie di cronaca sono intrise di bambini in pericolo.
Ultima tra queste notizie è quella che arriva da Lione, dove in un asilo una bambina di 11 mesi sarebbe stata avvelenata.
Secondo quanto riporta l’ansa, il padre della bambina è un ingegnere bergamasco di 37 anni.
L’estate maledetta per i bambini
La notizia dell’omicidio di Elena del Pozzo è ancora motivo di shock per il nostro paese; non solo per la fine della vita di una bambina così piccola, ma perché è avvenuta per mano della madre. Poco prima dell’arrivo dell’estate avevamo dovuto registrare la morte di Tommaso, 4 anni, morto a Maggio a casa di un incidente nel cortile del suo asilo, a L’Aquila.
Oggi una nuova notizia terribile arriva a dirci che alla vita di una bambina è arrivata per mano dell’istituzione che avrebbe dovuto garantirle la serenità.
Secondo gli inquirenti la puericultrice ausiliaria esasperata dal pianto della bambina l’avrebbe prima cosparsa di un prodotto velenoso, per poi costringerla ad ingerirlo.
Inizialmente la maestra avrebbe sostenuto la tesi dell’incidente, per poi confessare l’omicidio.
Bornout o Gesto Folle?
Non sappiamo ancora dire se il gesto della maestra è diretta conseguenza di un caso di Bornout ma, quello che possiamo dire con estrema certezza, invece, è che sembra non esserci davvero più una rete intorno ai bambini.
Famiglie e scuola non sono in grado di sostenersi a vicenda nel reciproco intento di essere tempestivi anche nella diagnosi di problemi, disagi, possibili difficoltà dell’una e dell’altra.
Scuola-Famiglia: Rapporto in Crisi ?
Troppo spesso resta delegato ai soli bambini il compito di riportare anche un’analisi del disagio scolastico. Di contro le famiglie non sembrano più collaborare con l’istituzione scolastica ed il sistema di dialogo scuola-famiglia sembra in tilt.
Anche questo è parte dell’allarme che psicoterapeuti e neuropsichiatri stanno lanciando ormai da lungo tempo, in merito alla salute mentale di bambini, ragazzi e adolescenti.
Laddove su un singolo fatto di cronaca non possiamo più niente, purtroppo, perché la vita della bambina uccisa a Lione, così come quella della piccola Elena, non potranno essere recuperate, ci possiamo forse chiedere come possiamo migliorare il nostro ruolo nella vita dei ragazzi, e nel rapporto con la loro scuola. E anche prima, forse, nella scelta di una scuola e di educatrici adatte a loro?
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