Ha sovvertito le regole del linguaggio televisivo, presentandosi in prima serata Rai2, per uno show nuovo e rischioso, senza gli abiti tradizionali, e soprattutto senza la bacchetta che solitamente brandisce un Direttore D’Orchestra
La bacchetta non serve a niente è un simbolo del potere ma per dirigere dei musicisti non ha nessuna utilità
Abbiamo incontrato Enrico Melozzi, protagonista assoluto, insieme a Nek, del programma di Rai2 “Dalla Strada la Palco“. Il programma, nato da un’idea originale di Carlo Conti e con la conduzione di Nek, in onda da martedì 28 giugno, per 4 puntate. Alla fine delle sei puntate, saranno quindici i finalisti selezionati per contendersi il premio e lo scettro di miglior artista di strada d’Italia nella puntata finale.
Gli ascolti, con oltre il 7% di share nella prima puntata, ed in crescita, quasi al 9% per la seconda, sono un premio che vale oro per il coraggioso programma condotto dal cantautore emiliano.
Io mi diverto tantissimo, quello della televisione è un mondo che amo. Quando ero ragazzo, a 17 anni, avevo iniziato con una Tv locale, che si chiamava VerdeTv, e già da allora questo mondo mi affascinava. Mi piace studiare questo mezzo, l’ho sempre visto con occhio critico e curioso per capire limiti e potenzialità di questo mezzo magnifico
Inizia così Enrico Melozzi, a parlare del programma che sta facendo numeri straordinari per l’estate in tv
Rispetto ai social hai lo stesso interesse?
Anche i social sono molto interessanti. Potenti per alcuni versi, per altri no. Li sto ancora studiando, sicuramente hanno il limite di essere troppo dipendenti dal pubblico. Questo è in generale il limite della comunicazione di massa. Si devono postare contenuti che vadano sul sicuro invece di rischiare per proporre magari qualcosa che a livello artistico possa avere più valore. Io recentemente sui social ho fatto delle operazioni di composizione in diretta, condividevo schermo e suoni in diretta durante la composizione. Erano dirette di 3, 4, 5 ore in cui completavo un brano, perciò un processo molto lungo e noioso da seguire. Mi aspettavo un tracollo dei follower vista la lunghezza, e invece i numeri sono stati confortanti. Allora io credo che non dobbiamo avere paura di rischiare, di rimetterci in termini di ascolti, perché il pubblico alla fine premia coraggio e qualità…
Sembra tu stia parlando anche del programma che state facendo, che secondo me è molto coraggioso: un cantautore come conduttore, un maestro d’orchestra che quasi diventa co-conduttore, la musica e l’arte di artisti di strada protagonista. State scrivendo una nuova pagina di tv?
Dalla strada al palco: niente giudici, niente categorie via gli stereotipi
Sono state cambiate tante regole. Per esempio non ci sono i giudici, ci sono i voti del pubblico e i 2 ospiti di puntata possono solo ripescare. Non c’è il limite di volere sul palco solo artisti giovani come se oltre i 20 anni fossero tutti vecchi per musica e tv. Ci sono persone di 18 anni, 50, 60 tutti insieme.
Infatti, mancano anche le categorie, che sembravano un altro stereotipo insuperabile…
Esatto. Come vedi poi ci sono i cantanti, ma anche ballerini, pianisti, cantanti lirici. Anche l’aspetto della lirica che è stata premiata dal pubblico è importante infatti ho già parlato in Rai della proposta di inserire la lirica nei progetti di programmi futuri.
Il rispetto di Nek per gli artisti si respira
Un altro aspetto evidente, è che non c’è la brama di stare in video a tutti i costi. Lo diceva Nek nella scorsa puntata, sono artisti che ci tengono ad essere e restare degli artisti di strada, non schiavi della voglia di arrivare in tv
Assolutamente e non solo. Ti dirò di più, non è stato facile portarli in tv. Non è scontato che loro dicano di si, purtroppo percepiscono la tv come la rovina dei loro progetti. Poi si sono resi conto che il programma rispettava la loro ideologia e si sono trovati a loro agio. Anche perchè arrivando hanno trovato grande rispetto, nel rapporto con me si sono sentiti accolti. Nek stesso, ha un profondo rispetto per tutti e una grande umanità verso il progetto.
La tua presenza ha interrotto una sorta di austerità intorno alla figura del direttore di orchestra. Anche a livello fisico c’è una dinamica diversa sul palco grazie a te
Secondo me il direttore d’orchestra vestito in quel modo, con quelle movenze, e quella liturgia, non avvicina nessuno alla musica, se mai respinge. Quindi ho cambiato abiti: niente smoking nero. Ma soprattutto ho tolto la bacchetta. Si tratta solo di uno scettro del potere che non ha motivo si esistere. La bacchetta limita nel pop e nel rock, io la metà della conduzione la faccio con le espressioni del volto, chiamando i musicisti a voce. I tempi sono cambiati, la musica classica è la cosa più bella che c’è ma siamo noi musicisti che sembriamo voler far tutto affinché la gente non ci segua. Quando lavoro con l’orchestra sinfonica io cerco di far funzionare la partecipazione con il pubblico. I miei concerti con l’orchestra sinfonica finiscono con il tifo da stadio, non con atmosfere ingessate.
Musica di qualità in Tv, senza paura
Anche grazie a questo vostro programma, al Tim Summer Hits, al successo di Sanremo degli ultimi anni, la musica sta tornando, per davvero in tv?
Più riusciamo a stare in tv facendo la musica di qualità e più le regole cambiano dall’interno. Bisogna fare le cose e farle vedere. Le regole della musica anche in televisione sono quelle da tanti anni, anche in questa produzione io ho cambiato molte regole che sembravano inviolabili. Ti faccio un esempio, quando si esibiscono i cantanti in un programma dal vivo, di solito si manda sempre una base prima, ed il cantante si deve abituare a quella base. Io mi sono ribellato a questo metodo, perchè questi sono artisti di strada, hanno il loro mondo, e siamo noi che dobbiamo girare intorno a questo artista. La produzione si è fidata di me e poi il metodo ha funzionato.
Dopo la fine del programma dove ti vedremo?
Alla fine di questo programma sarò all’Arena di Verona con Niccolò Fabi per festeggiare suoi 25 anni di carriera con un concerto che si chiamerà di Aratro e di Arena
Vi vedremo a Sanremo insieme?
Lo spero perchè Niccolò è davvero un poeta e l’Italia è la patria del bel canto e dei poeti. Niccolò è uno dei poeti della musica contemporanea secondo me. Il pubblico ci guadagnerebbe ad averlo sul palco di Sanremo per ascoltare la sua poesia in musica.
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