Martina e Erika sono due bellissime ragazze che hanno scoperto di essere innamorate mentre collaboravano ad un programma televisivo di punta Rai.
La loro storia d’amore nasce tra turbamenti e farfalle nello stomaco, tipiche degli amori veri, grandi, indimenticabili.
Inevitabilmente però, non è della loro bella storia d’amore che si parla in rete da anni, ma degli insulti che ricevono perché la loro coppia è formata da due donne.
La loro pagina instagram “le perle degli omofobi” è in costante crescita e i loro volti sempre più noti nelle maggiori testate italiane. In un periodo in cui social e tv sono particolarmente affezionati alle coppie, sarebbe bello pensare che queste ragazze siano seguite perché vivono una bella storie; invece non è così, perciò partiamo da questo.
La prima cosa che vi voglio chiedere è dritta e diretta: quanto vi pesa, dover parlare della vostra storia nei termini in cui l’opinione pubblica vi costringe a parlarne?
Inizialmente è stata dura perché abbiamo dato molto peso alle parole, gli insulti erano molti e non avendo mai conosciuto l’omofobia, non essendoci mai entrate in contatto ne abbiamo sofferto in modo profondo… poi abbiamo iniziato a dare meno peso alle parole, abbiamo imparato a convivere con questi insulti ed abbiamo capito che sono sopratutto frutto dell’ignoranza.
Avete anche scelto l’ironia come chiave di lettura, e sopratutto di risposta:
(Risponde Erika) si con il tempo si, inizialmente io ero tentata di rispondere con la stessa cattiveria che usavano i nostri hater, poi invece, grazie a Martina che mi suggeriva di non metterci al livello di queste persone, abbiamo cambiato metodo e abbiamo iniziato sopratutto a sfottere questi soggetti, sottolineando la bassezza dei loro commenti o gli errori grammaticali, per esempio.
Io vorrei fare però davvero un passo indietro, far finta di vivere in un paese normale, in cui l’omofobia è una cosa che si muove di sfondo, che è rimasta un pò lì dove sono le cose che passano di moda, e vorrei pensare oggi che sto incontrando “solo” due ragazze che si amano, e che hanno un grande successo come coppia in rete, e a queste ragazze vorrei chiedere di raccontarci quello che non abbiamo visto o letto sul loro cliccatissimo profilo:
Questo poi alla fine è quello che stiamo cercando di fare anche noi, da un po di mesi abbiamo rivoluzionato il profilo: meno raccolta di commenti omofobi, più narrazione di noi. Ci piace parlare dei nostri momenti, dei nostri progetti per il futuro, perché noi non vogliamo nulla di diverso da quello che vogliono tutte le altre coppie
Abbiamo visto tramite il vostro profilo insta come abbiate vissuto sulla vostra pelle l’omofobia, sembra però che essere due donne in una coppia omosessuale sia ancora più discriminato, come se un pò ci si fosse abituati a due uomini che fanno coppia, ma non a due donne. Sentite questa cosa come reale?
In parte si, ad esempio spesso ci chiedono cose come “ma se vi si rompe una lampadina come fate?”, come se non fosse comprensibile che due donne, o una donna sola, se la possano cavare senza l’aiuto di un uomo. Di fondo questo è ancora un paese tanto maschilista.
Quali sono i politici italiani da cui vi sentite rappresentate? Ve lo chiedo sopratutto rispetto alla vostra speranza in quanto giovani che stanno progettando un futuro
Non ci sentiamo molto vicine a un politico in particolare, non seguiamo molto la politica. L’unico politico a cui però ci sentiamo legate è L’On. Alessandro Zan. Ovviamente è sottinteso che siamo distanti anni luce dalla politica di destra come quella di Salvini
Martina, a proposito di futuro, tu hai un talento di scrittura oggettivo, si vede dai tuoi post, da “Me lo prometti?” e anche dalla sceneggiatura dello scherzo che hai fatto a Erika su instagram 🙂 è questa la strada che percorrerai nella tua vita?
La scrittura è la cosa che mi riesce meglio, mi sfogo sempre così e vorrei provare ad intraprendere questo tipo di percorso. Immaginavo prima, e me ne rendo conto meglio ora avvicinandomi a questo mondo, che è una strada molto difficile. Però in questo momento coltivo il sogno di vedere stampato e distribuito “me lo prometti?” e, certamente, la mia strada sarà vicina al mondo della scrittura.
La vostra storia non parla solo di un tema importante come l’omofobia, ci parla anche di una storia di attacchi di panico, una patologia di cui forse si parla troppo poco. Martina, questa è una cosa che riguarda te, cosa vorresti dire a chi ci legge che soffre di attacchi di panico come è successo a te?
Convivo con gli attacchi di panico da sette anni ormai non sempre in maniera costante, un periodo ne avevo quasi tutti giorni, ora, sopratutto grazie ad Erika, ci convivo meglio.
Purtroppo ho interrotto un percorso troppo presto e questo mi ha portato a soffrirne ancora. Quello che posso dire a chi ne soffre è che prima di ogni cosa non sono nulla di anomalo e nulla di cui vergognarsi, ci sono percorsi che danno una mano concreta e che è bene chiedere aiuto a dei professionisti prima possibile; un’altra cosa importante che vorrei dire è di non cercare di silenziarli
Cosa capita durante un attacco di panico?
A me capita che penso di morire. Oggi, come ho detto anche grazie ad Erika, ho imparato a calmarmi e gestirli, appena potrò però riprenderò un percorso terapeutico per cercare di non soffrirne più.
Erika, adesso una domanda per te: tu sembri la parte riflessiva e ponderata della coppia, è davvero così?
Ti farei vedere la faccia di Martina in questo momento (sorridono insieme ndr). No io sono super impulsiva ma capisco che posso sembrare posata perché sono timida.
Nel libro che racconta la vostra storia abbiamo letto di una ragazza che si faceva tanti problemi nell’accettare il sentimento che provava per Martina, ti andrebbe di raccontare, alla luce di come sono andate le cose, la tua esperienza di allora?
Sotto quel punto di vista, si sono stata poco impulsiva. Inizialmente io ho cercato di negare a tutti i costi i miei sentimenti verso Martina mi spaventavano le reazioni della famiglia e dagli amici, avevo paura che me l’avrebbero fatta pesare. I primi sei mesi li abbiamo passati di nascosto, ero spaventata al pensiero che qualcuno potesse vederci e giudicarci. Perciò niente mano e niente baci in pubblico. Poi però abbiamo iniziato a presentarci in modo normale. In questo senso la cosa che ci ha aiutato tanto è stato il coming out, presentarsi per quel che si è, è la cosa che aiuta di più: tenersi la mano camminando per strada, postare le nostre foto, baciarci come qualsiasi coppia normale. Non è stato facile, le persone che ci guardano male ci sono ancora. Adesso posso dire che non mi interessa niente di quel che pensa la gente anche se ogni tanto ci resto male
Dal libro che racconta la vostra storia, “Me Lo Prometti?” (https://www.wattpad.com/story/162353836-me-lo-prometti), si legge che gli amici hanno reagito con naturalezza alla notizia della vostra storia:
Si inizialmente si, poi nel tempo abbiamo capito che è stata una reazione di facciata, quasi tutti hanno fatto finta di niente poi però piano piano si allontanavano e poi abbiamo saputo che si sono giustificati dicendo che si vergognavano di noi. Oggi abbiamo pochi amici vicini, ma come si dice: pochi ma buoni amici
Le vostre famiglie invece, come hanno reagito?
(risponde Erika) La famiglia di Martina bene. Dalla mia parte hanno fatto più fatica, poi ci sono state diverse fasi. Inizialmente c’è stato un rifiuto, poi sembrava lo avessero accettato, poi hanno iniziato a chiedere di non dire che stiamo insieme, o di non postare le foto quindi nonostante non sia stato un rifiuto totale, ci sono ancora delle fasi complicate con la mia famiglia. Ma io sono felice di esser stata trasparente, il coming out è venuto tutto spontaneo perché alla fine è così, io sono così e non mi voglio nascondere né vergognare. Questa cosa ha il suo lato positivo perché tante persone ci scrivono per chiederci aiuto sul momento e le modalità per il coming out, comunque riusciamo a dare una mano a tante persone, sopratutto ragazzi, nostri coetanei, ma anche più giovani
Quindi la funzione del vostro profilo è anche quello di essere al servizio di chi vi segue, la condizione della vostra storia, contrariamente alle accuse di esibizionismo fine a sé stesso che ricevete, è finalizzata anche ad essere da aiuto a chi soffre per qualcosa che dovrebbe solo essere vissuto come una cosa naturale e bella.
(risponde Martina) Assolutamente si, il nostro è un profilo di coppia, se ha una funzione è quella di dare forza a chi ha paura, il messaggio che vogliamo che arrivi è che noi siamo noi stesse e basta e consigliamo a tutti quelli che vivono un momento di crisi legato al coming out, di avere coraggio e non nascondersi. Ci siamo accorte che potevamo essere di aiuto quando abbiamo visto che hanno iniziato a scriverci tante ragazze e ragazzi che ci raccontano le loro esperienze, ci hanno detto di essere loro di aiuto. Ci colpì molto una storia che raccontò un’amica di un ragazzo che per colpa della vergogna di essere gay si è suicidato, la sua amica ci disse che era certa che se avesse visto prima la nostra storia saremmo potute essergli di supporto, e che forse avrebbe trovato il coraggio per convivere con la sua storia.
Questa è una bella storia d’amore, è una bella storia di due ragazze che fanno un uso sano dei social, e che raccontano come i social possano essere un modo per fare comunità che è la cosa più importante, in questo momento storico.
Perciò: in bocca al lupo Martina e Erika